venerdì 31 dicembre 2010

FELICE 2011 A TUTTI



*˛°.˛*.˛°˛.** ** * BUON ANNO
˛. _
██_*.*./ \ .˛* .˛.˛.*.* * *
˛. (´• ̮•)*.
*/.\*˛.* ˛_Π_____. 2011 ˛* ˛*
.°( . • . ) ˛°./• '
' •\.˛*./______/~*. ˛*.˛* ˛. *
*(...'•'.. ) *˛
╬╬╬╬╬˛°.|田田 |門|╬╬╬╬╬ !!!*˛°.˛*.˛



IL BLOG SALUTA TUTTI GLI AMICI VISITATORI E IL NOSTRO AUGURIO PIU'
SINCERO AI VOLONTARI IN AFRICA.
CI ABBANDONA IL 2010 E' IN ARRIVO IL 2011 CON LA SPERANZA DI UN MONDO MIGLIORE.

                               AUGURI AUGURI AUGURI

                                                 AMICI DI BEDANDA

martedì 28 dicembre 2010

LE AVVENTURE D'AFRICA..................

Il lebbrosario di Adzopé: Una semplice lezione di vita.
Roberto Buzio di Omegna, sposato con una ivoriana, alla fine del 2008 ha trascorso 10 giorni indimenticabili con P. Francesco Arnolfo, P. Gino Sanavio presso i malati dell’Istituto Raoul Follereau d’ Adzopé in Costa d’Avorio. Ci rilascia la sua testimonianza.


Ricorderò sempre la piccola Letizia di 5 anni, lontana da casa da parecchi mesi e in attesa di visite (la sua famiglia abita a Sassandra a circa 400 km!), sempre con il sorriso sulle labbra nonostante le sue piccole stampelle rosse.

Il piccolo Angelò ricoverato al blocco operatorio, assistito tutto il giorno dalle sue sorelline (la più grande avrà avuto forse 10 anni!), poiché i genitori erano al lavoro. Le due gemelline Déborah e Eve obbligate a condividere la vita del Lebbrosario “per colpa” della loro madre ricoverata. Josiane, 12 anni, che ha abbandonato la scuola per prendersi cura di sua mamma. Ho ricevuto molto da loro. Bastava alzare una mano per salutarli e vedere ricambiato il tuo saluto con un gran sorriso, anche da chi non ti ha mai visto prima. Indimenticabile.

Altro momento indimenticabile è stato il giorno della festa di Cristo Re dell’Universo; prima la messa celebrata da P. Francesco e da P. Gino, dove anche il malato più deturpato dalla malattia, con mille sforzi, si inginocchiava dinnanzi alla croce e ringraziava con tutto il suo cuore il Signore!. Poi la processione per le vie del Lebbrosario, tra un reparto e l’altro, a portare la benedizione a chi non poteva alzarsi dal letto, ascoltando i canti e i suoni di gioia e di ringraziamento degli abitanti del villaggio Duquesne-Cremone, annesso all’Istituto.

Ricordo la mia commozione quando la mattina della mia partenza Suor Redenta mi ha “invitato” a salutare per l’ultima volta i bambini all’interno della loro scuola. Mi hanno regalato una lettera di ringraziamento con tutti i loro nomi, che custodirò per sempre e che mi servirà per affrontare momenti e/o situazioni di difficoltà. Mi rimarrà nel cuore la frase con cui Franckel mi ha salutato: “Dio ha visto cosa hai fatto per i bambini in questi giorni , e non lo dimenticherà!”.

L'11 febbraio 2009 ho fondato, con mio padre, mio fratello, e una decina di amici tra cui Don Domenico Piatti, amico di padre Silvano Galli una Onlus. L'ho chiamata "LE PAGNE DE LETIZIA".
                                                                        
Cosa sta a significare?
Letizia è la piccola malata a cui mi sono più affezionato durante il mio soggiorno al lebbrosario; come si vede dalla foto, porta un vestitino che le ho comprato al mercato coperto di Adzope e in testa un fazzoletto, ricavato dal pagne che comprai allo stesso mercato per mia madre. Lei e gli altri bambini hanno voluto che io tagliassi il pagne a fazzoletti, o meglio a forma di bandana, per ricordarsi di me e viceversa. Detto e fatto. Il giorno della mia partenza si sono presentati tutti con in testa la loro bandana e la scena mi ha talmente emozionato e mi è entrata dritta al cuore. Da li è nato tutto.......
Una pagina di questa Africa martoriata

                                                                                                      amici di Bedanda

venerdì 24 dicembre 2010

AUGURI A TUTTI

Che queste feste portino gioia e calore nelle vostre famiglie


                         BUON NATALE


                                                    gli amici di Bedanda

                   

giovedì 23 dicembre 2010

..........NATALE IN AFRICA

In molti Paesi africani, la coesistenza di culture religiose diverse ha dato vita ad interessanti incontri.

Ad esempio, in Nigeria, si celebrano le principali feste delle religioni presenti in misura maggiore. Così, per Natale, le famiglie si riuniscono attorno agli anziani e tutti i conoscenti, senza far distinzioni tra i culti, sono invitati a partecipare alla cena della vigilia. In quella sera, vige infatti l'abitudine di lasciare aperto l'uscio di casa per far sì che chiunque si senta il benvenuto. La tradizione vuole che ci si scambi regali, spesso consistenti in cibi sia crudi che cotti. Ogni famiglia riceve ed offre molto più cibo di quanto in realtà se ne consumi, e questa abbondanza è considerata di buon augurio. Oltre ai doni alimentari, corre l'uso di donar vestiti, specie se i destinatari sono dei bambini. Nei giorni che precedono il Natale sono le ragazze che vanno di casa in casa, ballando e cantando accompagnate da tamburi. Usano annunciarsi con un biglietto in cui specificano il giorno in cui si esibiranno. Le danze proposte variano in base all'appartenenza etnica dei vari gruppi, come pure i canti, sempre composti nelle lingue locali. Dal 25 in avanti, invece, è la volta degli uomini di esibirsi lungo le strade. Con i volti coperti da grosse maschere di legno, raffigurano vari personaggi legati al costume locale. Si dividono in due gruppi: maschere danzanti, dall'aspetto umano, e maschere dall'aspetto più inquietante, temute da tutti e soprattutto dai bambini. Le stesse maschere possono comparire anche in altri periodi dell'anno, sempre però legate a particolari eventi, come in occasione di funerali o altri momenti critici. Le maschere, in tutte le culture, sono oggetti che racchiudono in sé una grande potenza; in esse nulla è casuale. Già nell'atto di fabbricazione si esegue un preciso rituale, tramandato di generazione in generazione da artigiani specializzati ognuno nella costruzione di un particolare tipo. In passato, la tradizione prescriveva che soltanto chi avesse scolpito la maschera potesse indossarla. Quest'idea, comune anche nel folklore europeo, era dovuta alla convinzione che il legno inciso avesse il potere di captare il fluido che lega l'uomo al mondo vegetale e al ciclo cosmico e che l'incisore, proprio per il suo lungo contatto con la materia, fosse in grado di avere un dialogo privilegiato con le potenze evocate. Anche nell'indossare e personificare le maschere nelle danze ad esse legate si seguono norme tradizionali. Esse sono attive sino alla fine dell'anno; l'ultima notte, con vari strumenti, girano per le strade facendo un gran chiasso e si interrompono solo alle luci del primo dell' anno, giorno in cui le città sembrano deserte per il silenzio assoluto. Mentre il presepe è una tradizione importata solo di recente, l'albero è presente nelle celebrazioni natalizie africane già dai primi tempi delle missioni. Inutile però pensare al classico abete europeo... La decorazione più frequente, in casa come in chiesa, consiste in un intreccio di rami di palma, spesso disposti a formare un arco, su cui vengono applicati dei grandi fiori bianchi che sbocciano sotto Natale. I fiori, bellissimi, non vengono coltivati; sono generalmente i bambini che, al mattino della vigilia, tra non poche difficoltà (si tratta di piante rampicanti dalle spine lunghe diversi centimetri), escono per raccoglierli. Chi invece desidera avere delle decorazioni più durature, che abbelliscano la casa almeno fino a Capodanno, opta per uno dei tanti alberi artificiali presenti sul mercato nelle più diverse fogge, oppure arricchisce con nastri colorati e luci un piccolo banano. La sera della Vigilia si segue una grandiosa fiaccolata che ha luogo dopo la messa di mezzanotte e che è caratterizzata dai canti religiosi cristiani, quasi sempre in inglese. La notte trascorre in compagnia fino al mattino, quando si comincia ad allestire un pranzo abbondantissimo: più famiglie si riuniscono per ammazzare un animale (un agnello, una capra, una pecora o almeno un pollo). I due ingredienti che non possono mancare al pasto principale del giorno di Natale sono la carne (cucinata in umido) ed il riso bianco; ad essi si accompagnano altri cibi che appartengono alle tradizioni familiari e non sono specifici delle feste di fine anno.


 amici di Bedanda

lunedì 20 dicembre 2010

ESSERE VOLONTARI

Noi, volontari dell'Africa...

Una riflessione sul volontario che parte per l'Africa: non un eroe che salva, ma una presenza che dovrebbe ascoltare, guardare...e a volte anche accettare di sentirsi inutile.
Partire per l’Africa ultimamente va proprio di moda, se riesci a fare questo passo e ti metti in viaggio per il continente nero, acquisti così tanti punti tra i tuoi conoscenti che poi non basta loro (e non basta a te) una vita per farti scendere dal gradino che un’esperienza del genere ti ha aiutato a costruire. I volontari che partono per l’Africa in realtà sono tutti diversi, forse la sola cosa che li accomuna tutti è aver messo piede su questa terra rossa, ma poi in fondo ognuno lo poggia in maniera diversa, il piede. In generale si pensa che un volontario parta per l’Africa perchè si sente pronto a fare del bene. Il volontario dell’Africa parte per donare se stesso agli altri, se non ha dentro di sé uno spirito missionario è solo perché in realtà non riesce ad ammetterlo, ma è ovvio che se va laggiù è perché vuole rendersi utile, vuole fare qualcosa di buono per gli altri, vuole sporcarsi le mani. Per questo il volontario dell’Africa è una persona da rispettare. Sembra non aver paura di nulla, parte per un mondo tanto lontano e torna tutto soddisfatto per quello che ha trovato.
Ma chissà quanti volontari dell’Africa tornano a casa soddisfatti perché hanno trovato esattamente quello che cercavano.
In genere, quando la gente arriva quaggiù, per prima cosa si sente inutile. Si aspettava forse case da costruire, pozzi da scavare, scuole da allargare. Voleva forse sollevare dal fango un bimbo malnutrito, scacciando via dai suoi occhi tutte quelle mosche che gli ronzavano intorno, voleva guarire qualche malato, non tanti, ma qualcuno sì, fare qualcosa di concreto ed utile per la gente di questo posto. Invece arriva, e scopre che l’immagine che aveva è tutta da cancellare. Tutto da rifare. I bambini ci sono, ma sorridono tutti, e non vengono a raccontare proprio a te i loro problemi, si limitano sempre e solo a sorriderti, così che ti appaiono come dei bambini del tutto normali. Fango ce n’è, ma al massimo è da spalare via, e ti si attacca alle scarpe regalandoti cinque centimetri in più di altezza, e ti si attacca ai pantaloni che dovresti forse lavare un giorno si e un giorno no, se ti venisse in mente di averli sempre puliti. Mosche ce ne sono, ma forse più zanzare, ed hanno un ronzio fastidioso come poche altre zanzare del mondo. Di malati questo posto abbonda, ma non aspettano di certo un volontario per guarire, e non si aspettano di certo che sia un volontario qualsiasi a guarirli, perché di guarire in realtà hanno perso le speranze.
Penso tante cose sui volontari dell’Africa, e tra loro includo anche me, poiché gira voce che spesso io parta per questi posti andando proprio a fare volontariato. Ma se c’è una cosa che penso di aver capito, proprio venendo in questi posti, e osservando le persone attorno a me, quelle che vivono quaggiù e quelle che come me vengono quaggiù solo per passare un breve periodo, magari di “volontariato”, è che il volontario dell’Africa dovrebbe imparare a stare zitto e ad ascoltare, dovrebbe lasciare a casa tutto ciò che sa di un posto come l’Africa, tutto quel poco che sa, ed arrivare quaggiù solo con la voglia di scoprire. Il volontario dell’Africa dovrebbe capire che quaggiù non c’è bisogno di lui, che questo continente è nato prima di lui (e prima di tutti in realtà) e sa fare benissimo a meno della gente del nord. Dovrebbe capire che nessuno qui lo sta aspettando per davvero, e che le persone in questo posto hanno imparato molto bene a cavarsela da sole. Dovrebbe capire che comprendere una cultura non significa saper mangiare l’ugali con le mani, ed imparare i saluti può aiutarti ad essere apprezzato dalla gente del luogo, sì, ma non significa essere più vicino per davvero a loro.
Il volontario dell’Africa dovrebbe capire che vedere una baraccopoli, conoscere un bimbo malato di aids, camminare per le strade sporche di fango e vedere dal vivo le donne che trasportano i secchi con l’acqua presa al fiume sulla testa, non significa entrare per davvero nei problemi della gente di qui, non significa riuscire a capirli, non significa poterne parlare. Il volontario dell’Africa dovrebbe imparare a mettere da parte la macchina fotografica e ascoltare di più quello che dicono le persone, quello che raccontano certi sguardi, quello che significano certi contatti.  Il volontario dell’Africa, per riuscire a guadagnare davvero qualcosa da un’esperienza come un viaggio in Africa, non dovrebbe sentirsi potente, non dovrebbe mai credere di essere speciale, non dovrebbe sentirsi per nessun motivo un eroe, e non dovrebbe mai riconoscere in lui l’immagine che molti hanno di “volontario”.


La persona che sa dividere il mangiare con gli altri è disposto a dividere il resto di cose, e quindi si assicura il sostegno degli altri in caso di necessità

                                                                                        Un  caro saluto da Massimo
                                                                              

lunedì 13 dicembre 2010

CONOSCERE LA GUNEA BISSAU

Storia
Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Storia della Guinea-Bissau.

L'attuale territorio della Guinea-Bissau coincideva un tempo con il regno di Gabù, a sua volta parte dell'Impero del Mali; gli ultimi resti di questo regno sopravvissero fino al XVIII secolo. Sebbene le coste e le rive dei fiumi furono tra le prime terre ad essere colonizzate dal Portogallo (che le sfruttò per procurarsi schiavi sin dal XVII secolo) le zone più interne rimasero inesplorate sino al XIX secolo.
Divenuta colonia portoghese, la Guinea-Bissau cominciò la sua lotta per l'indipendenza nel 1956, anno in cui il PAIGC (Partido Africano da Independência da Guiné e Cabo Verde) riuscì, in seguito ad una ribellione armata, a consolidare le proprie posizioni nel paese. Diversamente dai movimenti anticoloniali avutisi nelle altre colonie portoghesi, il PAIGC riuscì ad estendere rapidamente il suo controllo militare su ampie zone del paese: ciò fu possibile grazie alle caratteristiche del territorio, coperto perlopiù dalla giungla, e ai grandi quantitativi di armi forniti dalla Cina, dall'Unione Sovietica e dagli altri paesi africani. Il PAIGC riuscì persino a dotarsi di una forza contraerea. Entro il 1973, pressoché tutta la Guinea-Bissau era nella mani del PAIGC. L'indipendenza fu dichiarata unilateralmente il 24 settembre del 1973 e riconosciuta nel novembre dello stesso anno dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.[1] Il Portogallo riconobbe l'indipendenza dell'ormai ex colonia in seguito al colpo militare con cui culminò la Rivoluzione dei garofani portoghese.
La Guinea-Bissau fu poi governata da un consiglio rivoluzionario sino al 1984. Nel 1994 si tennero le prime elezioni multi-partitiche. Nel 1998 una sollevazione dell'esercito portò alla caduta del presidente Vieira: la Guinea Bissau precipitò così nella guerra civile. Nel 2000 Kumba Ialá fu eletto presidente. Nel settembre 2003, tuttavia, un nuovo colpo di stato portò all'arresto, da parte dei militari, di Ialá, definito "incapace di risolvere i problemi del paese". Dopo numerosi rinvii, le elezioni legislative furono finalmente tenute nel marzo del 2004. Un ammutinamento dell'esercito nell'ottobre del 2004 portò alla morte del capo delle forze armate stesse, contribuendo così ad accrescere lo stato di agitazione nella nazione.
Nel giugno 2005 si tennero nuove elezioni presidenziali, le prime dopo la caduta di Ialá, il quale si ripresentò come candidato del PRS, sostenendo di essere il legittimo presidente del paese. A vincere fu invece il candidato del PAIGC João Bernardo Vieira, il presidente deposto nel 1998. Vieira superò Malam Bacai Sanha a seguito di un ballottaggio: inizialmente Sanha rifiutò di riconoscere la sconfitta, accusando brogli elettorali in due circoscrizioni (tra cui la capitale Bissau). Tuttavia, malgrado una certa influenza delle forze armate durante le settimane precedenti il voto e alcuni "disordini" (fra cui l'attacco al palazzo presidenziale e a quello del Ministero dell'Interno ad opera di alcuni armati non identificati), gli osservatori europei hanno definito le ultime elezioni in Guinea-Bissau "calme e ben organizzate".[2]
Il 2 marzo 2009 il Presidente Vieira è stato ucciso in un attentato da militari vicini al capo di stato maggiore dell'esercito Tagmè Na Waiè, precedentemente morto in un attentato dinamitardo.[3]
Il 1 aprile 2010 il premier Gomes Jr. viene arrestato dai militari. Il capo di Stato maggiore delle forze armate Indjai ha minacciato di ucciderlo se le proteste dei suoi sostenitori, scesi in piazza appena saputa la notizia, non fossero immediatamente cessate

Geografia

Demografia


Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Geografia della Guinea-Bissau.
Dal satellite

La Guinea Bissau confina a nord con il Senegal, a sud e a est con la Guinea e è bagnata a ovest dall'Oceano Atlantico. La Guinea-Bissau è un paese molto pianeggiante in cui nessun punto supera i 200 m di altitudine.

Idrografia

Si trova fra molti fiumi e ha delle stupende spiagge sulla costa atlantica. I fiumi con i loro delta formano molte isole che appartengono politicamente al paese.

Clima [modifica]

Il clima è tropicale, con una temperatura media annuale di 25 °C. La stagione delle piogge va da giugno a novembre; la media delle precipitazioni annue si attesta sui 1.600 mm. La vegetazione è caratterizzata da mangrovie e foreste pluviali nella regione litoranea e da savana nell’altopiano interno.

Popolazione

Demografia

Etnie

La popolazione della Guinea-Bissau è alquanto eterogenea per lingua, etnia e costumi. Il 99% della popolazione è nera: a nord e a nord-est vi sono genti parlanti fula (20%) e mandinga (13%), i balanta (30%) e i papel (7%) abitano invece le regioni costiere meridionali, mentre al centro e nelle zone costiere settentrionali vivono i manjaco (14%) e i mancanha. I mestiços, vale a dire i mulatti, sono circa l'1% (fra i quali anche una piccola minoranza di persone originarie di Capo Verde). Gli europei, soprattutto portoghesi, rappresentano invece solo lo 0,06% della popolazione: ciò è dovuto all'esodo dei coloni portoghesi in seguito all'indipendenza del paese.

Lingue

Oltre il 90% degli abitanti parla lingue etniche. La lingua più diffusa (44%) è il kriol, un creolo portoghese, mentre il portoghese, lingua ufficiale della nazione, è parlato dal 14% della popolazione. Il francese è insegnato nelle scuole in quanto la Guinea Bissau è stato membro dell'Organizzazione Internazionale della Francofonia.

Religioni

Il 45% della popolazione è animista, mentre i musulmani ammontano al 40% degli abitanti (soprattutto fula e mandinga). Vi è poi una discreta minoranza cristiana (15%), formata perlopiù da cattolici.Sia la religione cristiana che quella musulmana risultano comunque fortemente influenzate dalle credenze tradizionali africane
Nell'arcipelago delle Bijagos (regione di Bolama), ancora oggi sopravvive un sistema sociale di tipo matriarcale, o con almeno forme di supremazia femminile nei rapporti interfamiliari. I processi di globalizzazione e l'influenza delle missioni cristiane stanno però pian piano erodendo questo sistema sociale, nel quale, ad esempio, sono le donne a scegliere il proprio marito, che è poi obbligato a sposarle, e le questioni religiose sono controllate da sacerdotesse.

Ordinamento dello Stato

Suddivisioni amministrative


Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Suddivisioni della Guinea-Bissau.

Le regioni della Guinea-Bissau
La Guinea Bissau è divisa in 8 regioni (regiões) e un settore autonomo (sector autónomo)
La Guinea-Bissau ha un'Assemblea del popolo multipartitale e un presidente, entrambi eletti attraverso un voto democratico. Il presidente nomina il primo ministro dopo essersi consultato con i partiti dell'assemblea del popolo. Lo scorso presidente, Kumba Yala, appartiene al partito di Rinnovazione Sociale o PRS; altri partiti appartenenti all'Assemblea sono la Resistenza della Guinea-Bissau e il PAIGC.

Economia

Villaggio rurale tipico.
La Guinea-Bissau risulta essere tra i 20 paesi più poveri del mondo. La fragile economia, basata perlopiù sull'agricoltura e sulla pesca, pur possedendo il Paese buone risorse minerarie (petrolio, bauxite e fosfati) che non vengono sfruttate a causa della mancanza di infrastrutture e di mezzi finanziari, è stata duramente danneggiata dalla guerra civile del 1998-1999. Il paese ha accumulato un debito con l'estero pari a 921 milioni di dollari ed è attualmente interessato da un programma di interventi strutturali finanziati dal Fondo Monetario Internazionale.
Una delle principali voci dell'economia della Guinea-Bissau è rappresentato dall'esportazione (circa 90.000 tonnellate per anno) dell'anacardo. Nel gennaio del 2005, tuttavia, il governo annunciò che un'invasione di locuste stava per distruggere i raccolti, e che non vi erano le risorse necessarie per prevenire tale catastrofe.

Trasporti



I trasporti nel paese sono scarsi e ad oggi particolarmente difficili. Non esiste rete ferroviaria e le strade sono sovente in condizioni disagevoli. Solamente in questi ultimi anni sono stati eseguite varie opere per migliorare le comunicazioni nel paese.
La capitale Bissau è servita dall'Aeroporto internazionale Osvaldo Vieira

                                                                                                      Amici di Bedanda

Città in Guinea-Bissau
OrdineCittàPopolazioneRegione
Censimento: 1979Stima: 2005
1Bissau109.214388.028Bissau
2Bafatá13.42922.521Bafatá
3Gabú7.80314.430Gabú
4Bissorã12.688Oio
5Bolama9.10010.769Bolama
6Cacheu7.60010.490Cacheu
7Bubaque8.4009.941Bolama
8Catió5.1709.898Tombali
9Mansôa5.3907.821Oio
10Buba7.779Quinara
11Quebo7.072Quinara
12Canchungo4.9656.853Cacheu
13Farim4.4686.792Oio
14Quinhámel3.128Biombo
15Fulacunda1.327Quinara

lunedì 6 dicembre 2010

PRESENTAZIONE 3° PROGETTO BEDANDA

Cari amici
oggi presentiamo il 3° progetto denominato "Avere cura e promuovere la VITA"

INCARICATA del PROGETTO: Suor Marisa Cadamuro
                                                                  

CONTESTO E MOTIVAZIONE: La Guinea Bissau una volta era considerata il "granaio" del Paeseper la sua capaità di produrre riso. Da sempre questa pop olazione soffre per la macanza di assistenza sanitaria: non c'è ospedale nè un pronto soccorso e, frequentemente, non ci sono medicine negli ambulatori pubblici. Nell'ambulatorio della Missione si curano i bambini, mamme, orfani, gemelli e denutriti. In questo lavoro aiutano le suore un'infermiera e dei collaboratori. Sono persone preparate e molto disponibili nel portare avanti un servizio di cura e prevenzione a questo popolo che tanto lotta per via e dignità.

COSTO del PROGETTO:

                           stipendio mensile      stipendio annuale
01 infermiera              €. 76,92                 €. 923,04
02 collaboratore         €. 61,53                 €. 730,36
03 collaboratore         €. 61.53                 €. 730,36
04 collaboratore         €. 61,53                 €. 730,36
05 collaboratore         €. 61,53                 €. 730,36
06 collaboratore         €. 61,53                 €. 730,36
                                                         totale      €.4306,00

Per tutti coloro che volessero partecipare a questo progetto indirizzare un Vostro contributo a:
Conto Corrente Postale 19250307
intestato a Istituto delle Suore Francescane di Cristo Re
Castello, 2758       30122 VENEZIA
oppure:
Cassa di Risparmio di Venezia     IT33B0634502066122100363925
causale: Progetto Missione Bedanda Guinea Bissau


                                                                                                            Amici di Bedanda

sabato 4 dicembre 2010

PRESENTAZIONE 2° PROGETTO

Carissimi amici
illustriamo ora il secondo progetto per la Missione di Bedanda

PROGETTO: Educare per la VITA
responsabile: Suor Marisa Cadamuro

Le Suore FRancescane di Cristo Re nell'anno 2001-2002 hanno costruito una Scuola materna,
il "Jardim Morena", oggi frequentata da 150 bambini.
Attraverso la scuola, ci si propongono questi obiettivi:
a) aiutare ogni bambino ad acquistare autonomia a tutti i livelli: sociale, fisico, morale, religioso
    intellettuale, ecc.
b) preparare ogni bambino per la scuola pubblica aiutandolo a relazionarsi con gli altri e a usare
    la lingua nazionale.

                                                                            
OBIETTIVO del PROGETTO : avere un aiuto per un piccolo sostegno alle maestre, per il materiale
didattico, di igiene e per gli alimenti da offrire ai bambini

COSTO ANNUALE DEL PROGETTO:

Maestri                                                  €. 1800,00
Materiale didattico                              €.   550,00
Materiale per igiene e pulizia             €.   250,00
Alimenti                                                €.   600,00
TOTALE                                              €. 3200,00

Per tutti coloro che volessero partecipare a questo progetto indirizzare un Vostro contributo a:
Conto Corrente Postale 19250307
intestato a Istituto delle Suore Francescane di Cristo Re
Castello, 2758       30122 VENEZIA
oppure:
Cassa di Risparmio di Venezia     IT33B0634502066122100363925
causale: Progetto Missione Bedanda Guinea Bissau

                                                                                                                                     Amici di Bedanda

venerdì 3 dicembre 2010

PROGETTI SALUTE ISTRUZIONE EDUCAZIONE

Carissimi amici
i progetti per il 2011 sono tre importantissimi obiettivi che ci siamo prefissati: il 1° progetto "adottiamo uno studente" -responsabile Suor Marisa Cadamuro- obiettivo del progetto è quello di adottare uno studente perchè diventi forza positiva nello sviluppo della sua terra.

COSTO ANNUALE DEL PROGETTO

Retta mensile    14.000 cfa (moneta locale) = €.22,00   annuale 168.000 cfa = €. 264,00
Vitto mensile     10.000 cfa (moneta locale) = €.15,50  annuale 120.000 cfa = €. 186,00
Affitto mensile   10.000 cfa (moneta locale) = €.15,50  annuale 120.000 cfa = €. 186,00

                             TOTALE MENSILE       34.000 cfa = €.   53.000
                             TOTALE ANNUALE   408,000 cfa = €. 636.00

Per tutti coloro che volessero partecipare a questo progetto indirizzareun Vostro contributo a:
Conto Corrente Postale 19250307 intestato a Istituto delle Suore Francescane di Cristo Re
Castello, 2758       30122 VENEZIA
oppure:
Cassa di Risparmio di Venezia     IT33B0634502066122100363925
causale: Progetto Missione Bedanda Guinea Bissau

                                                                                                          Amici di Bedanda

mercoledì 1 dicembre 2010

LE PRIME FOTO...........!!!!!

suor Edite
in Guinea Bissau.............il sogno di tutti noi

                                                    amici di Bedanda

martedì 30 novembre 2010

UN PO' DI STORIA.......

Le Suore Francescane di Cristo Re
sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla S.F.C.R.

Cenni storici

La congregazione trae origine da una comunità di terziarie francescane fondata presso il monastero di San Francesco della Vigna di Venezia da Maria Benedetta Carignano e Angelica Canal, sorta con l'approvazione del capitolo provinciale dei Frati Minori Osservanti del Veneto. La fraternità, dedita all'educazione delle giovani e all'assistenza alle donne anziane, venne approvata con bolla di papa Sisto IV del 1471.
Soppressa in età napoleonica (1810), venne ricostituita il 16 novembre 1849 come congregazione delle Terziarie Francescane di San Giuseppe, ma venne nuovamente disciolta dal governo sabaudo (1866).
Alcune religiose superstiti diedero nuova vita all'istituto il 13 luglio 1878: prima superiora dell'istituto fu Luigia Penso (1836-1907): il cardinale Aristide Cavallari, patriarca di Venezia, approvò la congregazione come istituto di diritto diocesano il 10 ottobre 1907 e, il 24 ottobre successivo, la comunità venne aggregata all'Ordine dei Frati Minori. La congregazione ha assunto l'attuale titolo per decreto del patriarca Pietro La Fontaine del 25 dicembre 1928.
L'istituto ha ricevuto il pontificio decreto di lode nel 1937

Attività e diffusione

Le suore si dedicano  all'istruzione ed all'educazione cristiana della gioventù e alla gestione di convitti e collegi universitari.
Sono presenti in Italia, Albania, Brasile e Guinea-Bissau. La sede generalizia è a Venezia.
Al 31 dicembre 2005 l'istituto contava 316 religiose in 41 case.

lunedì 29 novembre 2010

ECCOCI !!!!!!!

FINALMENTE CI SIAMO................!!!!!
 
La Guinea-Bissau (República da Guiné-Bissau in portoghese) è uno Stato dell'Africa Occidentale ed è una delle più piccole nazioni dell'Africa continentale.
Le regioni della Guinea-Bissau
La Guinea Bissau è divisa in 8 regioni (regiões) e un settore autonomo (sector autónomo)
La Guinea-Bissau risulta essere tra i 20 paesi più poveri del mondo. La fragile economia, basata perlopiù sull'agricoltura e sulla pesca, pur avendo buone risorse minerarie (pertolio,bauxite e fosfati) non vengono sfruttate a causa della mancanza di infratrutture e di mezzi finanziari, è stata duramente danneggiata dalla guerra civile del 1998-1999. Il paese ha accumulato un debito con l'estero pari a 921 milioni di dollari ed è attualmente interessato da un programma di interventi strutturali finanziati dal Fondo Monetario Internazionale.
 
La popolazione della Guinea-Bissau è alquanto eterogenea per lingua, etnia e costumi. Il 99% della popolazione è di colore: a nord e a nord-est vi sono genti parlanti fula (20%) e mandinga (13%), i balanta (30%) e i papel (7%) abitano invece le regioni costiere meridionali, mentre al centro e nelle zone costiere settentrionali vivono i manjaco (14%) e i mancanha. I mestiços, vale a dire i mulatti, sono circa l'1% (fra i quali anche una piccola minoranza di persone originarie di Capo Verde). Gli europei, soprattutto portoghesi, rappresentano invece solo lo 0,06% della popolazione: ciò è dovuto all'esodo dei coloni portoghesi in seguito all'indipendenza del paese.
Oltre il 90% degli abitanti parla lingue africane. La lingua più diffusa (44%) è il kriol, un creolo portoghese, mentre il portoghese è parlato dal 14% della popolazione.
La Guinea Bissau
rappresenta il tipico esempio di
                                                                                              
                                                                           "Emergenza Silenziosa"
 
È il sesto paese più povero del mondo,
l'88% della popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno,
la mortalità infantile è intorno al 203 per mille,
la mortalità da parto è altissima.
Alta è anche la diffusione
di malattie contagiose come
diarrea batterica e protozoica,
epatite, febbre tifoide,
malaria, febbre gialla
ed HIV/AIDS.
La qualità dell'istruzione è scarsa
e poco accessibile alle bambine.