martedì 28 dicembre 2010

LE AVVENTURE D'AFRICA..................

Il lebbrosario di Adzopé: Una semplice lezione di vita.
Roberto Buzio di Omegna, sposato con una ivoriana, alla fine del 2008 ha trascorso 10 giorni indimenticabili con P. Francesco Arnolfo, P. Gino Sanavio presso i malati dell’Istituto Raoul Follereau d’ Adzopé in Costa d’Avorio. Ci rilascia la sua testimonianza.


Ricorderò sempre la piccola Letizia di 5 anni, lontana da casa da parecchi mesi e in attesa di visite (la sua famiglia abita a Sassandra a circa 400 km!), sempre con il sorriso sulle labbra nonostante le sue piccole stampelle rosse.

Il piccolo Angelò ricoverato al blocco operatorio, assistito tutto il giorno dalle sue sorelline (la più grande avrà avuto forse 10 anni!), poiché i genitori erano al lavoro. Le due gemelline Déborah e Eve obbligate a condividere la vita del Lebbrosario “per colpa” della loro madre ricoverata. Josiane, 12 anni, che ha abbandonato la scuola per prendersi cura di sua mamma. Ho ricevuto molto da loro. Bastava alzare una mano per salutarli e vedere ricambiato il tuo saluto con un gran sorriso, anche da chi non ti ha mai visto prima. Indimenticabile.

Altro momento indimenticabile è stato il giorno della festa di Cristo Re dell’Universo; prima la messa celebrata da P. Francesco e da P. Gino, dove anche il malato più deturpato dalla malattia, con mille sforzi, si inginocchiava dinnanzi alla croce e ringraziava con tutto il suo cuore il Signore!. Poi la processione per le vie del Lebbrosario, tra un reparto e l’altro, a portare la benedizione a chi non poteva alzarsi dal letto, ascoltando i canti e i suoni di gioia e di ringraziamento degli abitanti del villaggio Duquesne-Cremone, annesso all’Istituto.

Ricordo la mia commozione quando la mattina della mia partenza Suor Redenta mi ha “invitato” a salutare per l’ultima volta i bambini all’interno della loro scuola. Mi hanno regalato una lettera di ringraziamento con tutti i loro nomi, che custodirò per sempre e che mi servirà per affrontare momenti e/o situazioni di difficoltà. Mi rimarrà nel cuore la frase con cui Franckel mi ha salutato: “Dio ha visto cosa hai fatto per i bambini in questi giorni , e non lo dimenticherà!”.

L'11 febbraio 2009 ho fondato, con mio padre, mio fratello, e una decina di amici tra cui Don Domenico Piatti, amico di padre Silvano Galli una Onlus. L'ho chiamata "LE PAGNE DE LETIZIA".
                                                                        
Cosa sta a significare?
Letizia è la piccola malata a cui mi sono più affezionato durante il mio soggiorno al lebbrosario; come si vede dalla foto, porta un vestitino che le ho comprato al mercato coperto di Adzope e in testa un fazzoletto, ricavato dal pagne che comprai allo stesso mercato per mia madre. Lei e gli altri bambini hanno voluto che io tagliassi il pagne a fazzoletti, o meglio a forma di bandana, per ricordarsi di me e viceversa. Detto e fatto. Il giorno della mia partenza si sono presentati tutti con in testa la loro bandana e la scena mi ha talmente emozionato e mi è entrata dritta al cuore. Da li è nato tutto.......
Una pagina di questa Africa martoriata

                                                                                                      amici di Bedanda

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